La narrazione è una delle attività più antiche dell’uomo e, ancora oggi, una delle più potenti. Raccontare storie non è solo un atto artistico o linguistico, ma un modo naturale per comprendere, interpretare e rielaborare i contenuti. Nelle discipline umanistiche la narrazione è da sempre una pratica tipica – si pensi al racconto storico, al testo letterario, alla biografia – ma può e dovrebbe diventare anche una metodologia trasversale, capace di rendere l’apprendimento più significativo e coinvolgente in ogni ambito del sapere.
Fare storytelling a scuola significa trasformare i contenuti in esperienze, aiutando gli studenti a comprendere concetti complessi attraverso la costruzione di storie. È un processo che unisce comprensione, interpretazione e produzione, stimolando allo stesso tempo la creatività e il pensiero critico. In questo senso, lo storytelling non è un’aggiunta, ma un modo alternativo e profondo di fare didattica.
Non è un caso che il linguaggio dominante oggi, ad es. quello dei social media e della pubblicità, sia proprio quello narrativo: un linguaggio sintetico, visivo e immediato, che costruisce senso attraverso emozioni e immagini. Anche i brand più noti comunicano attraverso storie: non vendono prodotti, ma valori, esperienze e identità.
Eppure, nelle scuole secondarie – dove la spinta alla riflessione e alla rielaborazione dovrebbe essere più forte – lo storytelling è ancora poco praticato, forse perché percepito come “non curricolare”, o perché richiede tempi lunghi e strumenti nuovi. Ma oggi le tecnologie digitali permettono di narrare in modo accessibile, creativo e multimediale: con video, immagini, fumetti, podcast, e-book e molto altro.
A gloria del mantra della narrazione, ecco dunque una carrellata di app e piattaforme utili per riportare la narrazione al centro della didattica.

Reintrodurre la narrazione nella scuola significa educare sia alla comprensione profonda che alla creatività, vuole dire promuovere una comunicazione empatica, in ultima analisi trasformare ogni disciplina in un racconto che vale la pena ascoltare, capire e, soprattutto, continuare a scrivere.