Storytelling a scuola

La narrazione è una delle attività più antiche dell’uomo e, ancora oggi, una delle più potenti. Raccontare storie non è solo un atto artistico o linguistico, ma un modo naturale per comprendere, interpretare e rielaborare i contenuti. Nelle discipline umanistiche la narrazione è da sempre una pratica tipica – si pensi al racconto storico, al testo letterario, alla biografia – ma può e dovrebbe diventare anche una metodologia trasversale, capace di rendere l’apprendimento più significativo e coinvolgente in ogni ambito del sapere.

Fare storytelling a scuola significa trasformare i contenuti in esperienze, aiutando gli studenti a comprendere concetti complessi attraverso la costruzione di storie. È un processo che unisce comprensione, interpretazione e produzione, stimolando allo stesso tempo la creatività e il pensiero critico. In questo senso, lo storytelling non è un’aggiunta, ma un modo alternativo e profondo di fare didattica.

Non è un caso che il linguaggio dominante oggi, ad es. quello dei social media e della pubblicità, sia proprio quello narrativo: un linguaggio sintetico, visivo e immediato, che costruisce senso attraverso emozioni e immagini. Anche i brand più noti comunicano attraverso storie: non vendono prodotti, ma valori, esperienze e identità.

Eppure, nelle scuole secondarie – dove la spinta alla riflessione e alla rielaborazione dovrebbe essere più forte – lo storytelling è ancora poco praticato, forse perché percepito come “non curricolare”, o perché richiede tempi lunghi e strumenti nuovi. Ma oggi le tecnologie digitali permettono di narrare in modo accessibile, creativo e multimediale: con video, immagini, fumetti, podcast, e-book e molto altro.

A gloria del mantra della narrazione, ecco dunque una carrellata di app e piattaforme utili per riportare la narrazione al centro della didattica.

Reintrodurre la narrazione nella scuola significa educare sia alla comprensione profonda che alla creatività, vuole dire promuovere una comunicazione empatica, in ultima analisi trasformare ogni disciplina in un racconto che vale la pena ascoltare, capire e, soprattutto, continuare a scrivere.

La linea del Ministero sull’IA a scuola: sicurezza dei dati, diritti e uso consapevole

Il Ministero ha pubblicato, con il Decreto 166/2025, le prime Linee Guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle Istituzioni Scolastiche, che definiscono un quadro di riferimento mandato-responsabile per l’utilizzo dell’IA nel mondo della scuola. 

Nel documento emergono tre assi centrali:
1. Tutela della privacy e dei dati personali
Le linee guida pongono l’accento sulla protezione dei dati degli studenti e sul rispetto della normativa europea e nazionale in materia, tra cui il Regolamento (UE) 2024/1689 (AI Act) e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).  Le scuole sono classificate come “deployer” di sistemi IA: questo significa che assumono responsabilità attive nella scelta, nell’uso e nel controllo degli strumenti. 
2. Uso etico e trasparente dell’IA
Il Ministero sottolinea che l’IA deve essere al servizio della persona e non sostituirsi a processi decisionali fondamentali senza supervisione umana.  È vietato l’uso di sistemi di IA che effettuino profilazioni automatiche o analisi emozionali degli alunni senza adeguate garanzie. 
3. Integrazione nell’organizzazione e nella didattica scolastica, con formazione dedicata
Le linee guida richiedono che le scuole non solo adottino tecnologie IA, ma che attivino anche processi di formazione del personale, valutazione di impatto (“impact assessment”) e pianificazione dell’uso. Il documento diventa un riferimento anche per il aggiornamento del documento di offerta formativa (PTOF), che deve includere in modo coerente le scelte sull’IA.

Che cosa cambia concretamente per le scuole? Le istituzioni scolastiche devono valutare i rischi connessi all’adozione di sistemi IA, prima di attivarli;
devono garantire che gli studenti e le famiglie siano informati dell’uso di IA e abbiano modo di esercitare diritti di opposizione/consenso rispetto all’uso dei loro dati;
le scelte sull’IA devono essere inserite nei documenti strategici della scuola (es. PTOF, RAV, circolare del 30/10/2025) e non possono essere trattate come optional;
formazione del personale docente e dirigenziale, e monitoraggio dell’efficacia degli strumenti IA in uso diventano obblighi impliciti.

Un equilibrio da trovare: didattica e sicurezza

Anche se le linee guida aprono alla tecnologia, la forte enfasi posta sulla sicurezza, governance e diritti fa capire che il Ministero considera l’IA prima di tutto come un problema, cioè una questione da disciplinare e organizzare, più che una ulteriore risorsa didattica.

iPad, strumento davvero accessibile

Durante una recente esperienza formativa in un villaggio del Madagascar, caratterizzato da un livello di alfabetizzazione pressoché nullo, ho avuto l’opportunità di sperimentare l’uso dell’iPad in contesto educativo e di riflettere su alcune tematiche centrali del dibattito pedagogico attuale, quali la valutazione e la metodologia. Leggi tutto “iPad, strumento davvero accessibile”

Utilizzare l’AI per potenziare alcuni processi di apprendimento: proposte concrete per l’Educational

Nel panorama educativo contemporaneo, l’Intelligenza Artificiale (AI) rappresenta un passaggio evolutivo senza precedenti.

Mentre il dibattito si concentra spesso sui principi fondamentali, sulle opportunità e sui rischi, è fondamentale passare dalla teoria alla pratica con proposte concrete per l’uso dell’AI nelle scuole, perché altrimenti la “proposta” si limita alla censura o non censura, il che è obiettivamente riduttivo oltre confuso.

Le TIC, come noi le abbiamo sempre intese, rimangono strumenti per: 1) cercare, 2) selezionare-organizzare e 3) produrre contenuti. Vediamo su ciascuno di questi punti di dire qualcosa.

  • alzare il livello della ricerca (a patto di imparare a vagliare le fonti).

Uno dei modi più significativi in cui l’AI può trasformare l’educazione è migliorando la ricerca. Gli studenti possono accedere a informazioni più accurate e approfondite, grazie alla capacità dell’AI di analizzare grandi quantità di dati e identificare fonti affidabili. È essenziale, però, insegnare agli studenti a verificare l’affidabilità delle informazioni, educandoli così a diventare consumatori consapevoli di contenuti digitali.

  • la selezione è agevolata da processi compensativi di “semplificazione”

Per selezionare e organizzare le informazioni raccolte, l’AI può offrire suggerimenti preziosi. Gli studenti possono beneficiare di strumenti che semplificano la comprensione dei concetti complessi e che suggeriscono metodi logici per organizzare le loro idee in una presentazione chiara e coerente. Questo non solo facilita la comprensione, ma sviluppa anche competenze essenziali di sintesi e organizzazione delle informazioni.

  • produzione e creare (condivisione, ecc.): evitiamo l’AI

L’aspetto più controverso dell’uso dell’AI è la sua integrazione nella produzione di contenuti educativi. Mentre le piattaforme didattiche la utilizzano per automatizzare e accelerare i processi di creazione, c’è il rischio di compromettere la genuinità del processo creativo degli studenti. A scuola, dovremmo concentrarci su metodologie che incoraggiano la pianificazione manuale e la gestione progettuale, senza dipendere esclusivamente dall’AI. L’obiettivo è educare gli studenti a sviluppare idee originali e innovative, mentre l’uso dell’AI può essere incentivato per ottimizzare processi complessi e ripetitivi. Quindi, per produrre, assolutamente sì alla tecnologia ma no all’AI; quindi, di conseguenza, la tecnologia digitale tradizionale (da quando c’è l’AI, c’è evidentemente una tecnologia digitale tradizionale) va usata a scuola, altrimenti il ricorso all’AI è probabile.

Casa e scuola, ribadiamo questo punto.

Per massimizzare l’efficacia dell’apprendimento, proponiamo un approccio bilanciato tra casa e scuola. Le attività che richiedono applicazione pratica e sperimentazione dovrebbero essere svolte in classe, sotto la guida degli insegnanti. A casa, invece, gli studenti possono concentrarsi su letture approfondite, ricerca autonoma e preparazione per le lezioni future. Questo modello non solo massimizza l’uso del tempo scolastico, ma incoraggia anche la responsabilità individuale nello studio e nell’apprendimento continuo.

In conclusione, l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nelle pratiche educative offre vantaggi significativi, ma richiede un approccio oculato e bilanciato. Educatori e istituzioni devono guidare gli studenti attraverso un’evoluzione educativa che integri l’AI in modo responsabile, preparandoli per un futuro digitale senza compromettere l’essenza stessa dell’apprendimento umano.

Scuole e PNRR: un’opportunità da non sottovalutare per un’educazione di qualità

Con l’arrivo dei fondi PNRR destinati alle scuole, il panorama educativo italiano ha di fronte un’opportunità unica per modernizzarsi e migliorare la qualità dell’insegnamento. Tuttavia, non basta semplicemente richiedere strumenti tecnologici e formazione a caso. Le scuole devono essere in grado di fare scelte consapevoli, puntando su risorse di alta qualità che possano realmente supportare la crescita degli studenti e la professionalità degli insegnanti. Leggi tutto “Scuole e PNRR: un’opportunità da non sottovalutare per un’educazione di qualità”

AI in Special Education

https://www.edweek.org/teaching-learning/ais-potential-in-special-education-what-teachers-and-parents-think/2024/08

Harnessing AI to Personalize Lessons: A Revolution in Education

Artificial Intelligence (AI) is rapidly transforming education by providing tools that help teachers personalize lessons more efficiently than ever before. With AI, educators can swiftly tailor exercises and activities to meet the diverse needs of their students, enhancing the overall learning experience. Leggi tutto “AI in Special Education”