Realizzare un film senza uscire dall’aula scolastica

Riporto un articolo scritto nel 2011!

Se usare la LIM semplicemente per proiettare un film rappresenta il “minimum” nell’uso della tecnologia d’aula, usarla come piattaforma multimediale per realizzarne uno è forse quanto di più avanzato si possa immaginare. 

Infatti, possono essere utilizzate tutte le tecniche delle attività teatrali, ma, dato che si lavora con informazioni digitali, le potenzialità divengono inimmaginabili, e senza uscire dell’aula scolastica!

La metodologia che viene qui proposta è quella del chroma key, che permette di unire due sorgenti video, sfruttando un particolare colore (appunto il “colore chiave”) per segnalare al mixer video quale sorgente usare in un dato momento: nei punti del video in cui c’è il colore chiave, la consolle userà il video di sfondo. In altre parole, il colore chiave viene interpretato dalla consolle video come “trasparente”.

Perché l’effetto riesca è necessario che il presentatore non indossi oggetti dello stesso colore dello sfondo, che verrebbero “bucati” dal chroma key.

Il chroma key si usa per ambientare soggetti e oggetti su sfondi “virtuali”, aggiunti separatamente e successivamente.

Appare subito chiaro che, con questo sistema, è possibile realizzare i video in classe, purché si abbia un sfondo verde o blu e si disponga di una videocamera digitale.

Con una linea internet, poi, bisogna ovviamente trovare i video o le immagini di sfondo adatte alla storia, ma con YouTube e Google Immagini ormai si può trovare quasi tutto il necessario per creare background su ogni soggetto.

Come sempre, il lavoro di progettazione è quello più laborioso, ma anche quello, dal punto di vista didattico, più significativo.

Le strategie, in questa fase, possono essere molteplici; qui presenterò una successione di fasi funzionali affinché il lavoro sia più inclusivo possibile, cioè coinvolga e valorizzi quante più persone della classe sia possibile.

Per esempio, è necessario che l’idea iniziale sia condivisa da tutti. Quindi incomincio con un brainstorming, con la classe disposta in cerchio. Il docente può presentare delle opzioni sugli argomenti; è un momento che può essere anche molto caotico, sarà opportuno ricordare frequentemente l’obiettivo del lavoro.

Nel nostro caso, l’obiettivo era quello di approfondire una tematica storica locale che avesse un forte impatto sull’attualità, anche a livello europeo (il lavoro rientrava in un progetto di scambio internazionale). Così è stata scelta l’EMIGRAZIONE.

Abbiamo scelto subito di affrontare questo argomento con il metodo teatrale, anche se alcuni ragazzi hanno chiarito che non avrebbero recitato.

Il giorno dopo, poiché avevo del buon materiale sull’argomento, l’ho mostrato, chiedendo che, per compito, ciascuno ne ricavasse una storia molto semplice, che avesse per soggetto gli emigranti.

Anche i tratti generali della storia dovevano essere conosciuti da tutti, quindi ho di nuovo messo la classe in cerchio e tutti dovevano esporre le proprie idee: avremmo scelto la più convincente oppure una storia che includesse gli elementi più convincenti delle varie proposte. Sono emerse diverse idee interessanti, ma alla fine si è deciso di realizzare una storia con un’emigrante donna, che dopo la seconda guerra mondiale, sceglie di andare a lavorare in Francia, che si ambienta e vive le difficoltà tipiche di chi affronta un’avventura in terra straniera, ma poi si adatta; però alla fine sceglie di tornare in patria. Nessuna morale particolare: la storia doveva essere realistica e fare prevalere il sentimento della speranza su quello della paura.

Una volta acquisita la traccia generale, un piccolo gruppo di sceneggiatori si è messo a lavorare sul copione. Ogni piccolo “pezzettino” di copione, appena “sfornato” veniva passato sia al gruppo dei disegnatori, che elaboravano un rapido storyboard, sia ad un gruppo di tecnici audio, che doveva cominciare ad elaborare la colonna sonora, cercando in rete qualche buon pezzo anni ’50, sia ad un gruppo di costumisti, che era in realtà incaricato di cercare gli attori/attrici disponibili e scegliere la parte.

Il copione definitivo doveva essere anche tradotto in inglese, perché il film doveva essere sottotitolato in inglese per il progetto.

Insieme ad un paio di studenti, ho nel frattempo allestito il set d’aula: sei fogli bristol verde chiaro sono stati appesi al muro, in modo da avere una superficie abbastanza grande da potere fare delle riprese che includessero un gruppo di attori. Anche le luci sono molto importanti, devono essere collocate in una posizione tale da illuminare la scena ma senza proiettare ombre sullo sfondo. Una forte lampada al neon ha fatto al caso nostro.

Ricordo alcuni accorgimenti:

– l’illuminazione del chroma e del soggetto devono essere separate

– le ombre del soggetto non devono finire sulla porzione di chroma presente nell’inquadratura

– il soggetto dovrà preferibilmente avere un diaframma differente rispetto al chroma al fine di distaccare meglio il soggetto dal fondo.

Il lavoro dei gruppi non è mai così lineare: se lo storyboard o la sceneggiatura elaborano idee molto difficili da realizzare, ci sono degli “aggiustamenti” in corsa e spesso alcuni studenti particolarmente attivi non si limitano al lavoro del proprio gruppo e interagiscono fortemente con altri gruppi, ma è facile capire come queste difficoltà siano in realtà delle occasioni didattiche da sfruttare. In particolare, la scelta dei video su YouTube è stata molto difficile e lo storyboard è stato spesso bypassato in funzione di una sceneggiatura più snella (il film non doveva comunque durare più di 20 minuti). Per la scelta dei filmati da YouTube la mia assistenza è stata costante e decisiva. Al contrario, i ragazzi hanno preteso che venissero implementati, nella storia, degli elaborati grafici e sonori completamente loro; quindi il film avrebbe contemplato sfondi disegnati da loro e nella colonna sonora ci sarebbe stata anche una traccia suonata da loro. Anche questa idea, sorta lungo il cammino, non è stata affatto una complicazione, ma l’occasione per rendere ulteriormente interdisciplinare l’attività.

Una volta capito come le inquadrature dovevano essere fatte (a seconda della storia e degli sfondi trovati), abbiamo girato, finalmente. Due studenti si sono prestati come cameraman e regista. Le prime riprese erano pressoché inservibili, ma riguardarle insieme, alla LIM, è servito per capire come posizionare meglio la luce, come far recitare meglio gli attori e soprattutto come migliorare le voci: il microfono della videocamera era insufficiente. Così abbiamo piazzato un microfono in mezzo alla scena, per avere una traccia audio in più.

Le seconde riprese erano già buone per il montaggio. Ma abbiamo fatto anche una terza ripresa, limitatamente ad un paio di scene non perfettamente convincenti. C’è da dire che le riprese sono state fatte in un periodo falcidiato dalle influenze, così abbiamo dovuto cambiare gli attori o aspettare che tornassero quelli ammalati!

Alla fine avevamo le tracce video da Youtube o le immagini per lo sfondo (strade, interni di abitazioni, ecc..) che ci servivano; le tracce audio per la colonna sonora; i nostri video (traccia audio e traccia video); le tracce audio delle voci (sorgente microfono). Bisogna infine considerare una traccia per l’implementazione dei testi (titoli, didascalie, sottotitoli in inglese, titoli di coda…). 6-7 tracce!

Come software di montaggio, ho scelto Final-Cut, perché era quello su cui ho trovato più materiale su Internet per l’auto-apprendimento. Per questa volta, ho dovuto occuparmi io del montaggio, perché alla fine i tempi sono risultati stretti, ma penso che sia un software che gli studenti delle medie possono facilmente imparare ad usare: consente anche qualche effetto di transizione, ha un buon tool per il chroma key e il “taglia & cuci” sulle tracce audio e video è abbastanza agevole. L’unica difficoltà è che per rivedere tutto bisogna renderizzare le scene dopo ogni modifica, il che comporta una gran perdita di tempo. Questo film di circa 20 minuti ha comportato un lavoro di montaggio di circa 15 ore..

Il film è stato quindi esportato in QT e infine masterizzato in formato DVD. è venuto benissimo e i ragazzi hanno avuto molta soddisfazione